Il settore socio-sanitario fornisce un servizio sempre più imprescindibile per la comunità. Questo è dovuto almeno a due cause sociali primordiali: l’avanzamento dell’età di pensionamento e l’incremento dell’aspettativa di vita degli anziani. Il primo elemento comporta soprattutto un numero sempre minore di persone che in età matura possa prendersi cura completamente dei propri familiari in prima persona; il secondo conduce ad un numero sempre più elevato di anziani sempre più anziani e, di conseguenza, con sempre più patologie che necessitano una cura continua e specifica.

Il problema

Naturalmente, il garante della qualità del servizio agli anziani ospiti delle strutture è il personale: soprattutto infermieri e operatori socio-sanitari.

Spesso, però, queste figure devono affrontare una realtà lavorativa caratterizzata da turni irregolari e orari flessibili. Questo tipo di programmazione ha un impatto significativo sul benessere generale, compromettendo il sonno, influenzando la vita familiare e sociale, riducendone la qualità.

Il disturbo del sonno

Lavorare di notte altera il ritmo circadiano naturale dell’organismo con conseguenza di problemi di sonno. Esso è fondamentale per il recupero di energie, concentrazione e benessere psicofisico. Chi lavora su turni notturni rischia di sperimentare delle difficoltà a mantenere un sonno regolare e profondo, che può portare a stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione e problemi di memoria. Lo stato di insonnia negli operatori non è diverso dallo stato d’insonnia negli anziani.

La vita privata

Oltre ciò, gli orari flessibili possono influenzare negativamente la vita familiare e sociale degli operatori. Molti di loro non hanno il tempo da trascorrere con i propri cari a causa degli orari di lavoro che includono fine settimana e giorni festivi. La mancanza di coesione familiare e sociale può portare a sentimenti di isolamento e solitudine, con un forte impatto psicologico.

Stress e salute

Infine, lavorare in turni irregolari e orari flessibili può ridurre la qualità della vita. La difficoltà nel programmare attività ricreative e di svago a causa degli orari di lavoro può portare a una mancanza di equilibrio tra lavoro e vita personale, con un impatto sull’equilibrio emotivo e sui livelli di stress. Inoltre, la mancanza di riposo adeguato può condurre a problemi di salute a lungo termine, come malattie cardiovascolari e metabolismo alterato.

Cosa fare?

Per affrontare questi problemi, è fondamentale che le istituzioni socio-sanitarie adottino politiche che garantiscano turni di lavoro regolari e orari più stabili per gli operatori. Questo può includere l’implementazione di sistemi di rotazione dei turni e la pianificazione delle attività in modo da assicurare un equilibrio stabile tra lavoro e vita personale. In aggiunta a questo, è importante fornire un adeguato supporto psicologico e le risorse per il recupero del sonno, affinché possano gestire meglio le difficoltà legate agli orari di lavoro.

È realizzabile?

Purtroppo in questo periodo storico, a causa dell’assenza di incentivi economici ed organizzativi, a livello nazionale, nei confronti delle realtà socio-sanitarie e alla carenza di figure professionali, quali proprio infermieri e OSS, è molto difficile poter garantire dei turni con una durata “responsabile” e risorse idonee per affrontare le criticità esposte in questo articolo.

La promessa: le strutture che si impegneranno a supportare in queste problematiche i propri operatori, si ritroveranno con un personale più soddisfatto e produttivo e quindi con ospiti più felici e sani.

 

 

 

 

Fonti: “Abuso dei turni degli infermieri per sopperire alla carenza organica” di coinanews.it; “In sanità ancora poco rispetto dei turni di riposo” di quotidianosanita.it.

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